Il vantaggio principale del coaching, perlomeno per me che ci lavoro, è che ogni cliente è una storia nuova. Ogni storia, una nuova rotta di apprendimento da tracciare, sulla base di un dialogo continuo su obiettivi, metodi e modalità migliori per raggiungere efficacemente la destinazione.
Molto spesso, la negoziazione, la discussione, l'aggiornamento degli obiettivi continuano dalla prima fino all'ultima sessione! Scegliere il coaching significa sopratutto assumersi in prima persona la responsabilità del proprio apprendimento.
Ecco alcune storie di clienti coi quali ho lavorato o sto lavorando (per riservatezza, i nomi sono stati cambiati)...
Comunicare le competenze - hard e soft
Un CV pieno di competenze tecniche, ma come fai a comunicare efficacemente le tue "competenze soft" in un colloquio in inglese?
Ingegnere quarantenne, Gianmarco sta progettando il prossimo passo della sua carriera: fare un'esperienza lavorativa all'estero, dopo più di dieci anni passati come tecnico in un importante Ministero. All'orizzonte, due opportunità, entrambe allettanti, remunerative, e, sopratutto caratterizzate da una selezione basata su un colloquio di lavoro in inglese. Qualcosa che Gianmarco non ha mai sperimentato, poiché fin dalla laurea, quindici anni prima, ha accumulato esperienze in imprese private italiane (notoriamente abborracciate quanto a metodi e tecniche di selezione del personale) o all'interno della Pubblica Amminstrazione (ruoli di grande responsabilità a livello tecnico, ma con assegnazione per concorso pubblico).
Ora, entrambe le opportunità presentano lo stesso ostacolo: che sia una posizione in Asia per un'importante multinazionale come responsabile dei processi tecnici di un grande stabilimento, o un ruolo di consulente esperto nel suo settore professionale per conto di una delle Direzioni Generali della Commissione Europea a Bruxelles, Gianmarco dovrà fronteggiare tra qualche mese due importanti colloqui in inglese.
Dall'alto della sua esperienza professionale, Gianmarco ha già ben chiara la direzione da prendere col coaching e gli ostacoli principali da superare: il suo inglese è ad un ottimo livello, e c'è veramente poco da fare dal punto di vista della pronuncia, della grammatica o dell'ampiezza e profondità del linguaggio tecnico padroneggiato:
"come faccio ad affrontare la parte del colloquio fondata sulle mie 'soft skills?'", si chiede Gianmarco
Il problema è, essenzialmente, "politico": riuscire a comunicare efficacemente nel corso del colloquio in inglese le proprie competenze, sopratutto le mitiche "soft skills" - qualcosa che, tipicamente, per un ingegnere è "fuffa", ma che per un esperto di selezione del personale è il pane quotidiano: la valutazione del profilo psicologico, e delle "competenze soft" possedute dal candidato.
Nel caso del colloquio per la Commissione Europea, poi, il problema è duplice, perché il suo incarico comporta delle responsabilità di "coordinamento e policy diffusion", cioé la capacità di "persuadere una rete eterogenea di stakeholder" che le policies emanate dalla Commissione sono valide e devono essere implementate.
"Come posso sperare di essere valutato meglio di candidati che hanno un profilo "politico", più che tecnico come il mio?", questa la domanda con la quale Gianmarco arriva al primo colloquio.
"When it comes to soft skills, most people think they are all about those warm-and-fuzzy people skills. Yes, it's true people skills are a part of the equation, but that's just for starters", afferma Peggy Klaus nel libro The Hard Truth About Soft Skills: "While hard skills refer to the technical ability and the factual knowledge needed to do the job, soft skills allow you to more effectively use your technical abilities and knowledge. Soft skills encompass personal, social, communication, and self-management behaviors. They cover a wide spectrum of abilities and traits: being self-aware, trustworthiness, conscentiousness, adaptability, critical thinking, attitude, initiative, empathy, confidence, integrity, self-control, organizational awarenss, likability, influence, risk-taking, problem solving, leadership, time management, and then some. Quite a mouthful, eh?!"
Il fatto che si chiamino "soft" non significa che siano competenze irrilevanti!
Insieme, stabiliamo un "contratto" basato sul principale punto di forza del coaching:
nel risicato tempo a nostra disposizione, (due mesi) lavoreremo principalmente sul simulare il colloquio di lavoro in inglese.
La mia esperienza (e sopratutto, il mio spirito "sadico" he he) mi consente di mettere Gianmarco sulla graticola per un tempo e una durata sufficienti a permettergli di riflettere su come funziona il processo e sviluppare autonomamente le sue proprie risposte, trovando la "sua verità".
Paradossalmente, poi, verrà fuori nel corso del coaching che l'idea che Gianmarco si era fatta (che un profilo tecnico come il suo sarebbe stato svantaggiato rispetto ad un profilo politico) non era del tutto corretta: un profilo tecnico era esattamente ciò che era richiesto in entrambi i casi, caratterizzati da pressanti esigenze di presidiare, attraverso competenze tecniche, una dimensiona dal forte rischio economico, sociale e politico.
"Nel mio caso, avanzato, ho trovato anche un vero coach molto efficace", mi ha scritto oggi Gianmarco dal suo nuovo lavoro in Asia: "oltre l'inglese, ho appreso anche alcune tecniche di colloquio e conservo i preziosi schemi che preparava durante il coaching per il successo di un intervista di lavoro".